In pochi giorni due notizie gravissime sul fronte dell’ambiente e dei rifiuti.
La Regione Umbria in data 29 dicembre 2021 ha autorizzato i due cementifici della città di Gubbio a bruciare 100.000 tonnellate di CSS (combustibile derivato dai rifiuti).
Lo ha comunicato l’Assessore regionale all’Ambiente, Roberto Morroni, chiarendo che “il Servizio regionale competente ha aggiornato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) delle cementerie di Gubbio, integrando nel provvedimento autorizzativo specifiche prescrizioni e condizioni di monitoraggio e controllo concernenti l’utilizzo di Combustibile Solido Secondario-combustibile (CSS-C) derivante dal trattamento di rifiuti urbani e/o di rifiuti speciali non pericolosi in parziale sostituzione (45%) del combustibile fossile attualmente utilizzato per la produzione di cemento (coke di petrolio e/o carbone fossile)”.
Ciò contro il parere del Comune, contro il parere della Provincia, contro il parere della USL Umbria 1 che chiedeva la valutazione di impatto ambientale (VIA) delle modifiche richieste dai cementifici a fronte dei problemi di una popolazione che da anni convive con impianti inquinanti come le cementerie, per di più annunciando che “l’utilizzo di CSS-Combustibile nei cementifici di Gubbio avverrà al di fuori della gestione del ciclo dei rifiuti regionale”.
L’Umbria descritta come in pre-emergenza rifiuti dovrebbe importare CSS da rifiuti di altri!
Pochi giorni dopo lo stesso Assessore presenta un Piano Regionale Gestione Rifiuti che amplia le discariche di Borgogiglione (TSA), Belladanza (SOGEPU) e Le Crete (ACEA) e addirittura proclama la necessità di un inceneritore per chiudere il ciclo dei rifiuti, in spregio a Green Deal della UE, Economia Circolare, nuove norme OMS sulla qualità dell’aria. C’era veramente bisogno di una commissione tecnica per un Piano del genere? Bastava riesumare quello del 2009!
Proclama Morroni “noi vogliamo fare l’inceneritore come a Copenaghen. Il luogo dove costruire l’impianto sarà di eccellenza per qualità dell’aria e opportunità di sviluppo”, forse non informato che l’inceneritore danese si è rivelato un vero fallimento tecnico-economico
(https://www.politico.eu/article/denmark-garbage-gamble-amager-bakke-plant-waste/).
L’Europa insegna che le priorità sono prevenzione-riduzione dei rifiuti e recupero di Sostanza Organica e materiali riciclabili dai rifiuti, non interramento e incenerimento che contribuiscono con le loro emissioni ad aggravare il Cambiamento Climatico.
È paradossale che le esternazioni regionali avvengano in contemporanea con la nota dell’Autorità dei rifiuti che spiega “Raccolta Differenziata ancora lontana dal target minimo: nel 2020 raggiunto il 66,2% mentre l’obiettivo era del 72,3%”, con territori come la Valnerina che vedono ancora oggi raccolte stradali con pessima qualità del raccolto, ma anche città virtuose che hanno raggiunto risultati eccezionali nella raccolta differenziata e aziende industriali leader nel campo della Economia Circolare e della BioEconomia.
Non serve un generico parlare di incentivi ‘circolari’: occorre una seria strategia di raccolta differenziata ‘porta a porta’, con ricorso alla tariffa puntuale che premia i cittadini virtuosi. Si vogliono lasciar andare le cose come vanno per giustificare l’affare incenerimento?
Quale incentivo avranno i gestori a migliorare se il loro primo interesse sarà garantire la alimentazione dei rifiuti a un inceneritore costosissimo per investimento ed esercizio?
Chi pagherà?
La Regione sa che la Commissione Europea a proposito del principio “non arrecare danno significativo all’ambiente” (DNHS) sostiene che l’incenerimento dei rifiuti non pericolosi debba considerarsi un’attività che arreca danno significativo all’ambiente e che quindi non può essere finanziata dal PNRR? Crediamo proprio di no, visto che ha presentato progetti per tre impianti di produzione del CSS.
Insieme alle altre Associazioni faremo in modo di contrastare il finanziamento di tali progetti, meglio sarebbe che questi fondi venissero utilizzati per migliorare la raccolta differenziata e realizzare attività di riciclo e riuso dei rifiuti che hanno la caratteristica di non inquinare e produrre tanti posti di lavoro.
Dobbiamo constatare che la Regione Umbria inaugura il 2022 con due scelte contrastanti con le linee guida della Commissione Europea, perché nella nostra Regione si brucerebbe sia nell’inceneritore che nei cementifici di Barbetti e Colaiacovo.
Noi Cittadini Attivi non vogliamo un’Umbria ‘maglia nera’ dei rifiuti!
Noi Cittadini Attivi vogliamo un’Umbria competitiva, salubre, in sintonia con l’Europa!
Cittadinanzattiva sarà sempre a fianco delle persone, comunità ed imprese responsabili dell’Umbria.

Anna Rita Cosso e Marco Capoccia
coordinatori rete Ambiente Cittadinanzattiva Regione Umbria aps

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