Liste d’attesa: Cittadinanzattiva Umbria partecipa ai lavori dell’Osservatorio regionale per un accesso concreto alle cure. Le difficoltà per i cittadini non spariranno con un tocco di bacchetta magica, ma è un primo passo per recuperare l’accesso mancato alle prestazioni, ascoltando anche la voce delle Associazioni a tutela dei diritti dei cittadini.

A circa un anno dalla pubblicazione del Decreto Legge sulle liste d’attesa (DL 73/2024), provvedimento rallentato dal braccio di ferro tra Ministero della Salute e Regioni, lo scorso 18 giugno in Umbria si è insediato l’Osservatorio regionale sulle liste di attesa che avrà il compito di analizzare i dati regionali e proporre azioni mirate per garantire a tutti i cittadini un accesso equo e tempestivo alle prestazioni sanitarie.

Trasparenza e pragmatismo sono state le parole chiave che hanno animato il primo confronto tra tutti gli attori coinvolti. È emersa la chiara volontà di lavorare su tre questioni fondamentali e interconnesse: prescrizione, prenotazione ed erogazione.

La prima riflessione di Cittadinanzattiva Umbria è chiara: dobbiamo rendere i cittadini consapevoli senza accusarli di un uso eccessivo dell’offerta sanitaria. Questo sarà possibile solo se il cittadino diviene parte attiva di un percorso di cura e comprende, con l’aiuto del professionista sanitario, quando un esame o una visita sono davvero necessari.

Non si tratta di limitare l’accesso, ma di assicurare una corretta informazione e un dialogo aperto con i professionisti sanitari, in modo che ogni risorsa del Servizio Sanitario Regionale (SSR) sia utilizzata in modo efficiente ed efficace. In uno scenario così complesso, con tempi di attesa inaccettabili e un ricorso al privato a volte insostenibile, la prestazione giusta al momento giusto e le scelte condivise possono davvero rappresentare il primo passo verso la riduzione di una domanda inappropriata.

Cittadinanzattiva Umbria ha inoltre ribadito come sia urgente non lasciare il paziente “con il cerino in mano”; quando una prestazione non è disponibile entro i tempi previsti, il problema non può esaurirsi lì, costringendo la persona a cercare soluzioni altrove, spesso a proprie spese.

È indispensabile operare sulla presa in carico dei pazienti, investendo su percorsi dedicati, come i PDTA (Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali), che garantiscono continuità e coerenza nelle cure.

In questo contesto, il ruolo del CUP (Centro Unico di Prenotazione) andrà rafforzato. È fondamentale che a tutti sia rilasciata un’attestazione di aver richiesto una prestazione, specialmente per le prime visite. Coloro che non ricevono una risposta adeguata agli sportelli rischiano di diventare “fantasmi del SSR”, non rientrando nel circuito di coloro che devono essere ricontattati nel rispetto dei tempi massimi previsti dalla legge. A monte del rafforzamento del CUP dovrà esserci il rispetto del divieto di sospensione o di chiusura delle attività di prenotazione.

Un altro tema caldo è stata la configurazione orografica del territorio umbro. Non è più accettabile che le persone siano costrette a recarsi lontano dal proprio luogo di residenza per sottoporsi ad una prestazione; su questo punto, la Direttrice regionale Salute e Welfare, Daniela Donetti, ha dichiarato di aver avviato un processo per stringere gli ambiti territoriali, evitando ad esempio che un paziente di Terni si sottoponga a un esame a Città di Castello e viceversa. Inoltre, per alcune prestazioni, pare che sarà offerta al cittadino una seconda opzione, garantendo una maggiore possibilità di scelta anche dopo un primo rifiuto dovuto alla distanza.

L’Osservatorio regionale rappresenta quindi una grande opportunità per affrontare in modo organico il tema delle liste d’attesa e, proponendo misure mirate, produrrà effetti tangibili sul diritto all’accesso. In un panorama nazionale dove si attende ancora di capire come lo Stato interverrà sulle Regioni inadempienti attraverso i poteri sostitutivi, l’Umbria compie uno scatto responsabile in avanti, uscendo da una posizione autoreferenziale e gettando il seme per prendersi cura concretamente delle persone attraverso un’azione corale di cui, soprattutto le Associazioni dei cittadini (ma verrebbe da dire anche dei pazienti) erano orfane da tempo.

Occorreranno scelte coraggiose che mettano mano all’organizzazione dei servizi e che investano anche sul personale sanitario, ridotto all’osso in alcune zone dell’Umbria. Ciò darà un segnale forte rispetto alla volontà di ricostruire un rapporto fiduciario tra pazienti, professionisti sanitari e istituzioni. Il tutto dovrà essere caratterizzato da riforme a garanzia di un servizio sanitario regionale che torni ad essere attrattivo, efficiente e capace di non lasciare indietro nessuno, obbligando alla rinuncia.

A fronte di ciò, Cittadinanzattiva Regione Umbria APS parteciperà con attenzione ai lavori e si impegnerà al massimo affinché ci sia certezza del diritto alla salute così come sancito dalla Costituzione.

La tua voce è importante!

Se vuoi raccontarci o segnalare la tua esperienza con le liste di attesa, rivolgiti a uno dei nostri sportelli del Tribunale per i Diritti del Malato (TDM). Se hai proposte che desideri siano oggetto di attenzione dell’Osservatorio, scrivi a: segreteria@cittadinanzattivaumbria.it