Martedì 26 marzo in aula si é tenuta la discussione delle parti civili costituite nel processo.Cittadinanzattiva Umbria rappresentata dall’Avv. Sara Pievaioli, ha rilevato l’antigiuridicità delle condotte provata dal ricco e articolato materiale probatorio, prevalentemente intercettivo, che ha reso palese il malaffare gestionale perpetrato nel reclutamento del personale sanitario.
Le vicende fattuali articolate nei capi di imputazione per i quali l’associazione è costituita sono di elevata gravità costituendo un male che aggredisce sempre più profondamente la qualità delle nostre professionalità, incidendo in maniera significativa anche nella qualità della nostra vita.
Falsare le regole di un concorso pubblico, poste a presidio del corretto agire della P.A., della corretta competizione e finalizzate a premiare il merito dei candidati significa infatti annullare la competizione, svilire il merito e quindi partorire servizi scadenti per i cittadini proprio in un settore vitale, quale quello della sanità.
Il danno, di cui si é chiesta una liquidazione in via equitativa per l’importo di €. 30.000,00 consiste con la lesione di un diritto soggettivo, dovuta all’offesa all’interesse dell’associazione, assunto nello statuto a ragione stessa della propria esistenza ed azione, quello al buon andamento e alla trasparenza della pubblica amministrazione, quello che fa della struttura sanitaria la città stessa, rendendola dimora della collettività, la casa dei cittadini, una casa fatta di pareti di vetro trasparenti, lucide e prive di opacità.

Di seguito copia degli articoli apparsi su Messaggero, La Nazione e Corriere dell’Umbria.