“Lettere per Barbara Corvi”
Un progetto nato all’interno dell’ Osservatorio regionale sulle Infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria che prevede la pubblicazione mensile di una lettera, scritta da persone appartenenti alla società civile per mantenere viva la memoria sulla vicenda della donna amerina scomparsa nel nulla il 27 ottobre 2009.

Per il mese di febbraio 2024 la lettera è stata scritta da Anna Rita Cosso, presidente nazionale Cittadinanzattiva Aps e rappresentante di Cittadinanzattiva Umbria aps nell’Osservatorio.

“Cara Barbara,
ti scrivo con tutto l’amore e con tutta la rabbia che provo in questo momento: amore per te che da 15 anni sei stata strappata alla tua famiglia e ai tuoi affetti, e rabbia perché ancora a distanza di tanti anni non è stata fatta giustizia, perché ancora non sono stati raccolti tutti quegli elementi che avrebbero potuto permettere che la verità venisse accertata e che i
responsabili fossero perseguiti.
Tu, Barbara, donna dell’Umbria, in ogni caso hai fatto un miracolo: hai riunito intorno a te, intorno alla tua figura, intorno a questa tua atroce scomparsa, tante persone; hai riunito le istituzioni e la società civile, i comitati e gli osservatori, ha riunito tante donne che in te vedono un simbolo di libertà. Tu, una donna che voleva semplicemente vivere ed essere libera e che è stata fatta scomparire, con arroganza e prepotenza patriarcale e mafiosa.
Molto ancora dobbiamo fare, molto possiamo fare come società civile, come attiviste e attivisti, possiamo pressare l’opinione pubblica per fare in modo che emergano nuovi elementi, che chi sa parli portando delle prove giuridicamente valide, molto più cogenti di quelle finora avanzate dai collaboratori di giustizia.
Dentro ognuno di noi la verità è chiara, lampante: sappiamo bene che tu non ti sei allontanata volontariamente, sappiamo che sicuramente sei stata fatta a sparire, non è stato ancora riconosciuto dal punto di vista processuale, ma una cosa è certa: la cultura della ‘ndrangheta è la cultura contro la quale la società civile italiana, se vuole avere un futuro, non deve smettere di combattere; la cultura della ‘ndrangheta con la sua mentalità omertosa, il mito del più forte,il culto della violenza, il delitto d’onore… ancora questo arcaico delitto d’onore che purtroppo esiste e che anima la mano di tanti femminicidi.
Molto possiamo fare come società civile anche chiedendo con forza più personale e più risorse, più tecnologia, più specializzazione per l’attività investigativa e per l’amministrazione della giustizia: perché il crimine, a tutti i livelli, non si combatte a mani nude.
Io sono grata alle associazioni e ai comitati dell’Umbria e della Calabria, all’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria, alle giornaliste e ai giornalisti coraggiosi, che continuano a tenere viva la fiamma della memoria, la richiesta forte impellente di verità e di giustizia per Barbara Corvi e per tante donne, giovani e meno
giovani, che scompaiono, senza un come e un perché.
Un giorno Barbara raggiungeremo la verità, non quella che è dentro di noi e ognuno sa, ma la verità giudiziaria conclamata, perché se la giustizia è uguale per tutti deve essere uguale anche per te e per i tuoi figli e per le tue sorelle e per chi ti ha voluto veramente bene.
Nel frattempo lotteremo, finché avremo respiro, per contrastare la cultura di morte della ‘ndrangheta. Te lo promettiamo, Barbara. Te lo dobbiamo”.